‎Una delle cose più difficili è spiegare
chi siamo. Anche una delle più noiose;
non è complesso capirsi, bensì farsi capire.
Senza cadere nel relativisimo conoscitivo
sono un giglio, sta a voi decidermi.

Se sei qui, e io ho potuto usare il verbo sei,
quindi essere, vuol dire che esisti. Se sei
qui potrebbe essere perché questi pixel che
hai davanti possono essere il trivio
d'incontro per le nostre anime. Presentati.

Anche io affogo nel mare della disperazione.
Quando tocco il fondo non posso che risalire
per tornare ad amare le bellezze del mondo.

-

Quando le palpebre fremono e non riescono
ad attendere un nuovo battito per continuare.
"Il seme del dubbio che pensavo d'aver gettato lontano
fiorisce nel mio cuore, lacerandolo con
innumerevoli spine. Non riesco più a controllare
il dolore che domina i miei ricordi.
Dove devo averti incontrato ?"

Quando la penna si sposa con le curve del-
le lettere. Quando - attivamente e
passivamente - scrivo, traduco, parlo.
"Era solito, il vecchio, spingersi nella
fitta coltre dalle sfumature verdastre, era
anche solito schiacciare, da egoista quale
era, tutte le foglie a terra: amava il loro
scricchiolare. E da egoista quale era non
condivideva con nessuno queste piccole fonti
di soddisfazione, quasi di piacevolezza;"

Quando l'avorio e l'oro rendono elegante il
mondo, quando il tempo si prende il dovuto
riposo. "Ho lasciato l'anima in quelle
note, eppure senz'anima il corpo sente.
Il mio? Sente che manca una nota.
Un violino vacuo e scordato:
Do - Re. Tra esse il Lo."

Ti chiamano. Ti giri. C'è un'anima.
Non è di un uomo, è di un libro.
È così che ci si conosce, dicono.
Anche coi libri, quelli che ti chiamano.

Ho visto il bianco e il nero dei treni
che fischiano, partono, abbassano i freni
e lasciano il resto alle persone, i colori
che scorrono; le nuvole, il cielo, i fiori.

È che quando ascolto musica, spesso,
non sento solo le note, la voce e
la bellezza degli strumenti. Quando
la ascolto sento anche i brividi.

I colori, le linee e i tratti delle
menti altrui imprigionati in una pagina.
Sembra una tortura. Sembra. Infatti
non hai bisogno di capire quanto tutto
quel conglomerato riesca a fuggire con
i tuoi occhi e a raggiungere la tua, di mente.

Le memorie di una moleskine virtuale,
o, anzi, le prove di un ragazzo banale.
Ho troppe agende da riempire e troppo
poco inchiostro da usare.

essa illuminerà ed irradierà il mio domani.

«Non puoi viverlo!» Gli ripete la testa e spera che, a forza di ripeterglielo, convincerà anche lui, il cuore.
Ma lui no, fa finta di non capire.
«Perché non posso?» Chiede lui, il cuore.
«Perché non hai tempo, hai altro a cui pensare» [...]
No, il cuore non pensa, però ascolta. Gli sembrano buone le motivazioni e si piega agli ordini della testa.

Poche parole --tante parole.
Tu sei senza peccato, quanto
sarà pesante il mio castigo?